Sul l'artista
22 dicembre 1908 – 17 gennaio 1991 Nato a Bergamo È stato un importante scultore di stuario religioso del Novecento. Il suo cognome, Manzù, è un'abbreviazione in dialetto bergamasco del cognome italiano Manzoni. Giacomo Manzù è cresciuto in povertà. All'età di undici anni, fu ritirato dalla scuola dal padre, che lo mandò a svolgere un apprendistato come intagliatore del legno in modo... Read more22 dicembre 1908 – 17 gennaio 1991 Nato a Bergamo È stato un importante scultore di stuario religioso del Novecento. Il suo cognome, Manzù, è un'abbreviazione in dialetto bergamasco del cognome italiano Manzoni. Giacomo Manzù è cresciuto in povertà. All'età di undici anni, fu ritirato dalla scuola dal padre, che lo mandò a svolgere un apprendistato come intagliatore del legno in modo che potesse contribuire al magro reddito familiare. Il talento scultoreo di Giacomo Manzù divenne presto evidente. Nel 1921 Manzù si iscrisse ai corsi serali di scultura a Bergamo. Il suo insegnante, Ajolfi, assunse il giovane dotato come impiegato nel suo laboratorio di scultura. In quel periodo Giacomo Manzù vide la scultura di Aristide Maillol in un libro, che lo colpì in modo duraturo. Decidendo di diventare egli stesso scultore, Manzù si reca a Parigi nel 1929. Nel 1930 si stabilisce a Milano, dove espone le sue prime opere alle collettive allestite dalla Galleria del Milione. A Milano Manzù entra in contatto anche con il pittore e teorico dell'arte Carlo Carrà. Nel 1934 Giacomo Manzù si reca a Roma. In San Pietro fu colpito da uno scorcio del papa seduto tra due cardinali: da quell'impressione duratura, Manzù svilupperà uno dei motivi dominanti dell'opera della sua vita. Nel 1937 l'opera di Manzù fu esposta a Roma alla Galleria della Cometa e Carlo Carrá scrisse il testo del catalogo. Alla XXI Biennale di Venezia del 1938, Giacomo Manzù ricevette una sala tutta sua per esporre le sue opere. Seguono mostre a Milano, Parigi e New York. Nel 1940 Giacomo Manzù fu nominato professore all'Accademia di Belli Arti di Brera a Milano, dove facevano parte anche Marino Marini e Carlo Carrà. Manzù trascorse gli anni della guerra a Bergamo. Nel 1947 viene allestita al Palazzo Reale di Milano una grande retrospettiva dell'opera di Manzù. Nello stesso anno Giacomo Manzù partecipa al concorso per la progettazione delle porte in bronzo di San Pietro a Roma. Gli anni che seguirono videro la produzione di numerosi disegni e disegni per loro – nel 1952 Manzù ricevette ufficialmente l'incarico di realizzare “Il Trionfo dei Santi e dei Martiri” ma ottenne il permesso papale di progettare una “Porta della Morte”. Nel 1954 Giacomo Manzù insegna scultura alla Salzburg International Summer School, dove conosce Oskar Kokoschka. Incontrò anche Inge Schnabel, una ballerina, che in seguito sposò. Nel 1955 Manzù fu incaricato di progettare il portale principale del Duomo di Salisburgo. Nel 1956, alla XXVIII Biennale di Venezia, riceve nuovamente una sala tutta sua. Seguono numerosi altri riconoscimenti e premi. Giacomo Manzù muore ad Ardea, vicino Roma, il 17 gennaio 1991.